Il Nido Familiare: il dibattito è aperto!

Scritto da Tiziana Fustini il 22 ott, 2011 in L'Associazione, Per i neo genitori | 4 commenti

Il nido familiare:un’idea di servizio per la conciliazione

Tratto dal libro

Nuove famiglie e nuovi servizi educativi per la prima infanzia. Una ricerca su di una realtà in continuo mutamento

Felici Editori, Pisa, da me scritto nel 2009.

Nella nostra società i genitori hanno sempre più bisogno di conciliare i tempi di lavoro con quelli di cura e di educazione dei figli. Questo impellente bisogno è più sentito nel primo anno di età, quando c’è ancora una forte indecisione sulla scelta della soluzione migliore per l’affidamento del bambino così piccolo nel momento del rientro al lavoro. I motivi dell’incertezza sono dettati dalla valutazione dei ritmi e dei tempi del proprio bambino ed anche dalle esigenze di lavoro. Sempre più spesso le mamme e i papà vorrebbero lasciare la scelta privata dell’aiuto dei nonni o della baby sitter per rivolgersi a servizi educativi innovativi, che possono garantire sia la qualità educativa, sia una flessibilità burocratica e di organizzazione più personalizzata sulle nuove esigenze. Un servizio, quindi, di natura sociale e pubblico, che pur mantenendo le caratteristiche del nido d’infanzia, sia più accessibile e non abbia gli stessi gli vincoli istituzionali. Il nido familiare s’inserisce a pieno titolo tra queste nuove tipologie di servizi per la prima infanzia

Nel linguaggio più comune si parla di nido familiare, ma io vorrei fare un passo avanti e scegliere la definizione di Nido Famiglia

tenendo insieme i due sostantivi per riuscire a creare un proficuo collante tra lo statuto educativo che ognuno dei due contesti rappresenta. Mi spiego meglio: Nido Famiglia tiene insieme in maniera sostanziale il significato dell’asilo nido in quanto tale, e quello della famiglia come primo luogo di valori di accoglienza e di crescita dei bambini, modello essenziale in una comunità che punta alla ricerca di nuove immagini e modelli culturali. Anche la Convenzione Internazionale dei diritti del bambino (1989, comma 1,4,5) illustra in maniera egregia questo concetto, riconoscendo nel dialogo tra le istituzioni e la famiglia lo strumento innovativo per

assicurare al bambino un ecosistema favorevole allo sviluppo armonioso e completo della sua personalità

(comma 6).

Infine, un’altra ipotesi che sarebbe interessante indagare, suggerita anche dalle ultime ricerche sui costi dei servizi per la prima infanzia, è se il nido familiare per i bambini del primo anno di età,  possa davvero rappresentare una forma di risparmio di gestione del servizio, considerate tutte le variabili che danno atto della sua realizzazione e in cui la compartecipazione dei genitori è sostanziale. Può essere una scommessa degna di attenzione per l’investimento futuro sulle politiche educative e di conciliazione, anche nell’ottica delle pari opportunità.

Ma cosa è il nido familiare?

Il nido familiare è un sistema educativo che prevede l’auto-organizzazione tra le famiglie. Viene organizzato presso la casa di una delle famiglie aderenti all’iniziativa, con un educatore qualificato, con titoli previsti dalla legge, che si prende cura da 2 a 5 bambini in età di nido. È un’istituzione giovane in Italia che da qualche anno si sta diffondendo in maniera complementare al nido tradizionale.

Il modello è ispirato alle Tagesmutter trentine

, le mamme di giorno, che da tempo, come nei Paesi Nordici, accolgono i più piccini nella propria casa mentre mamma e papà sono al lavoro. Nella nostra Regione Toscana il nido familiare è previsto dalle Legge n. 32 del 2002 (Testo unico della normativa dela Regione Toscana in materia dell’educazione, istruzione, orientamento, formazione professionale e lavoro) e dal Regolamentato attuativo n. 47 del 2003 che nella sezione V, art. 25, illustra gli indirizzi legislativi per l’attuazione del “servizio di educatore presso l’abitazione di una famiglia”. Rappresenta un servizio snello e flessibile che aiuta i genitori a rendere compatibili gli impegni di lavoro con il ruolo genitoriale, garantendo ai bambini un ambiente domestico accogliente, ricco di sollecitazioni pedagogiche e comunque improntato alla socializzazione.






 Il Nido Familiare: il dibattito è aperto!





4 Commenti

  1. Ciao,
    sono Francesca Amoruso,ho aperto il primo nido famiglia a Napoli.Qui la regolamentazione è solo abbozzata purtoppo.Per me è stata molto dura riuscire ad attivarlo.Ma alla fine ce l’ho fatta.E’ una bellissima esperienza io sono psicologa e mi occupo di infanzia da parecchi anni.Mi trovo nel cuore di Napoi antica, ed essendo l’unico a Napoli, i genitori vengono anche da lontano a portarmi i loro piccoli perchè qui stanno veramente bene e si sentono “a casa”.Speriamo che anche il comune di Napoli prenda in considerazione l’idea di incentivare questo tipo di iniziativa.Grazie.
    dott.Francesca Amoruso
    presidente associazione giocare e sognare e mamma accogliente nido famiglia giocare e sognare a casa di Francesca

    • ciao Francesca complimenti per la tua tenacia e la passione che trasmetti. mi fa piacere sentirti soddisfatta del tuo lavoro. di che età sono i bambini che frequenatno il tuo nidi familiare? è un gruppo misto o omogeneo? queste espereinze mi sembrano molto adatte soprattutto per i bambini più piccoli, anche in risposta ai loro biosgni di ritmi e tempi più flessibili e familairi. se vuoi venire a trovarmi sul sito http://www.ilpuntofamiglia.it forse trovi altri argomenti che ti possono interersasre. a presto

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