La seconda gravidanza

Scritto da admin il 17 apr, 2011 in La mia gravidanza, Piccole impronte | 1 commento

Sono incinta, sono tanto incinta, sono di nuovo incinta! Come la prima volta ha vinto il desiderio sul programma. E’ come quando su uno scoglio sei indecisa se tuffarti nell’acqua ghiacciata, poi ti tuffi e ormai ti sei tuffata e non puoi risalire all’asciutto. L’acqua è fredda, è faticosa, devi stare a galla, ma ormai ci sei dentro, tutta, e l’acqua ti avvolge, ti entra dappertutto, in ogni piega del corpo e ti lasci andare, ti abbandoni ai calori, agli odori, ai rumori del mare e godi.
E’ forte il desiderio di vita che ci ha spinto a tuffarci per la seconda volta, e anche questa volta per me nasce in contrasto ad una brutta esperienza di morte.
Chiamo Polina, l’ostetrica che mi ha seguita durante la prima gravidanza e che ha assistito alla nascita di Anna nella nostra stanza da letto, le chiedo se mi può seguire anche stavolta, dice di sí, sono felice.
Sono immersa nel lavoro, da pochi mesi lavoro a tempo pieno e Anna, la mia bambina di due anni la vedo poco, quando la vedo voglio starci bene, tutta intera per lei. Faccio fatica a rendermi conto di essere incinta, lo dimentico continuamente! Ho bisogno di fare spazio a questa creatura.
Intorno a me la gente, anche gli amici, i parenti mi dicono che la seconda gravidanza non è come la prima, che ti passa senza che te ne accorgi, che un secondo figlio non può avere le attenzioni che ha avuto un primo.
Io invece vorrei vivere con grande attenzione anche questa esperienza, questa nuova avventura d’amore con Mauro, questo nuovo stravolgimento delle nostre vite e ascoltare e conoscere questa nuova persona che si sta formando dentro di me.
Sono al quarto mese di gravidanza quando comincio ad andare al corso di preparazione al parto dell’associazione “Le Dieci Lune”, ho partecipato agli incontri del gruppo i lunedì pomeriggio anche quando ero incinta di Anna, ma
ora è tutto diverso! La situazione ormonale di questa gravidanza mi fa arrabbiare facilmente, sono battagliera, intransigente, ho bisogno di sfogarmi…… I neonati e i bambini molto piccoli conoscono soltanto il principio del piacere ed è questo che cerco, ritrovare il piacere, sentire il mio corpo che cambia e averne piacere, agire e scegliere anch’io in base a questo principio. Riprendo a fare Yoga dopo tre anni di sospensione e trovo, grazie ad un’amica, come mia maestra Lucia, una persona straordinaria che mi aiuta ad ascoltare i miei bisogni e a fare spazio al presente, qui e ora. Lucia mi accoglie in un posto bellissimo e come per magia ogni volta che ci vado è bel tempo, il cielo azzurro e l’aria nitida. Comincio anche ad andare in piscina, ho un gran desiderio di acqua, anzi non riesco proprio a farne a meno. Finalmente mi sento veramente bene, come ogni donna non dovrebbe rinunciare a sentirsi durante la gravidanza, mi sento positiva, recettiva, sono carica, piena di energia. Secondo me intorno alla donna incinta si dovrebbe creare una situazione di privilegio, la donna incinta è sacra, va rispettata in tutti i suoi desideri, per stare bene deve evitare qualsiasi tipo di costrizione, fisica e psichica. Anche stavolta il rapporto con l’ostetrica è stato meraviglioso, terapeutico, Polina è stata sempre presente e disponibile e mi ha aiutata ad avere fiducia in me stessa, nel mio corpo e nel mio bambino. E’ un maschio, l’ha detto un’ecografia. Un maschio dentro di me? Mi sembra una
cosa stranissima, noi siamo tre sorelle e la mia mamma ha una sorella….La mamma di mio padre è morta prima che io nascessi, il rapporto tra madre e figlio maschio per me è tutto da scoprire, non mi è per niente familiare. La prima gravidanza l’ho passata lavorando sulla nascita di me madre, questa di me madre di figlio maschio. Gli incontri guidati da Polina si tengono nella stessa sede di quando ero incinta di Anna, lo stesso giorno e alla stessa ora e questo mi commuove, il gruppo è molto più numeroso, ricco di belle persone, due sono le stesse della prima volta, ormai due amiche.
Come è stato anche per la prima gravidanza io non vedo l’ora che arrivi il lunedì, è un punto di riferimento nel percorso di preparazione, mi dà coraggio, il gruppo mi fa sentire forte.
E poi spero sempre che Mauro riesca a raggiungermi, l’ultima ora, quella aperta anche ai babbi, è anche con lui che facciamo spazio, quando viene sono proprio contenta.
Quando sei incinta e poi almeno per il primo anno di vita del bambino la tua esistenza è completamente stravolta e i ritmi che sei costretta ad avere sono ritmi impossibili per il resto del mondo. Questo è il motivo per cui è fondamentale il cosiddetto “gruppo di pari”. Il confronto con chi vive una situazione simile alla tua, nelle gioie e nelle difficoltà, aiuta.
Prepararsi alla nascita del proprio figlio o della propria figlia non significa imparare delle tecniche ma imparare ad ascoltarsi, ad accogliere l’imprevisto, a non fare programmi, a lasciarsi andare alleproprieemozioni.
Marta Galluzzo

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