Matilde

Scritto da admin il 17 apr, 2011 in Ce l'ho fatta, Piccole impronte | 6 commenti

Matilde è nata all’ospedale di Pontedera in una calda sera di giugno. E’ andato tutto come speravamo, Tommaso ed io abbiamo “partorito insieme”. Matilde si è attaccata subito al seno.
L’indomani siamo tornati a casa. Polina veniva a visitarci tutti i giorni. Allattavo a richiesta. Tommaso cambiava il pannolino a Matilde, faceva la lavatrice e mi stava vicino. Eravamo felici.
Dopo pochi giorni è arrivata la montata lattea, è stata una cosa esagerata, impressionante e anche molto dolorosa. E’ bastata una dormita più lunga della bimba e un po’ di nervosismo e mi sono comparsi dei segni rossi sul seno. Era un ingorgo mammario!
Come scioglierlo? Polina mi consigliava di provare con spugnature calde, immersioni del seno nella bacinella d’acqua calda, applicazioni d’argilla, tiralatte…io provavo tutto ma niente da fare il dolore era sempre più forte, quando cercavo di attaccare la bimba il dolore si estendeva anche al braccio fino alla punta delle dita. Piangendo ho telefonato a Sabine. Sono venute entrambe a visitarmi e con il loro aiuto riuscivo ad attaccare la bimba al seno e lei un pochino puppava, ma come rimanevo sola non ci riuscivo più, anche quando mi aiutava Tommaso. Intorno al capezzolo si erano formati dei “pallocchi” duri che rendevano impraticabile l’attacco. Mi stavano venendo anche delle ragadi.
Con il tiralatte non veniva quasi niente e quel poco lo davamo alla bimba con il contagocce! Eravamo disperati, non sapevamo cosa fare, la bimba aveva fame e piangeva tanto. Una sera abbiamo chiesto ai nonni di comprarci del latte artificiale e l’abbiamo dato a Matilde in un piccolo biberon.
In pochi minuti la sua fame si è placata e anche la nostra disperazione. Abbiamo ritrovato la lucidità che avevamo perso sommersi dal pianto e dal peso di tanta responsabilità. Abbiamo portato la bimba dal pediatra che ci ha detto “sta bene, ma deve mangiare!”.
Ormai il mio seno non produceva latte a sufficienza, era inevitabile l’aggiunta di latte artificiale. Al corso di preparazione di Sabine avevo sentito parlare del DAS. Polina ne aveva uno e me l’ha portato.
Usando il DAS avevo la possibilità di dare un’aggiunta di latte artificiale e stimolare al tempo stesso il seno a produrre il latte.
Cominciavo a sentirmi più tranquilla. Avevamo trovato una strategia. Per i “pallocchi” duri usavo dei paracapezzoli, in questo modo Matilde riusciva ad attaccarsi un po’ meglio. Sulle ragadi mettevo della lanolina. Per sciogliere l’ingorgo prendevo un rimedio omeopatico.
Con il pediatra avevamo stabilito una dose di partenza di latte artificiale che mettevamo nella bottiglia del DAS. Facevamo una poppata ogni tre ore usando il DAS per un totale di sei il giorno. Tra un DAS e l’altro continuavamo con l’allattamento a richiesta. Passavo le mie giornate ad allattare, non c’era tempo per fare altro. All’inizio poi era molto complicato anche perché insieme al tubicino del DAS dovevo usare il paracapezzolo e in questa situazione era difficile far attaccare la bimba. Comunque con tanta pazienza e tanti cuscini avevo trovato il sistema.
Nel giro di pochi giorni Matilde iniziava a non terminare il latte del DAS, la sua cacca da marrone diventava più gialla. Questi erano i segnali che il mio latte stava aumentando e che si poteva diminuire la dose di latte artificiale.
Dopo 10 giorni i paracapezzoli non servivano più, continuavo con la lanolina. Dopo 25 giorni la dose del latte artificiale era di 20ml, Matilde aveva 33 giorni e aveva ripreso il peso della nascita. Finalmente era giunto il momento di abbandonare il DAS.
E’ stato un periodo molto faticoso, impegnativo. Tante persone si sono mobilitate per aiutarci e io sono grata a tutte. Questa esperienza mi ha fatto crescere tanto, mi fa sentire forte. Ho imparato a conoscere mia figlia, ad instaurare un dialogo e trovare un accordo con lei. Mi sono resa conto quanto sia forte la personalità di un neonato.
Matilde significa “forte in battaglia”. E’ proprio vero perché insieme ce l’abbiamo fatta!

Antonella Andreoni

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