Hai partorito col cesareo?
cinque incontri di gruppo per la rielaborazione dell’esperienza Un percorso di 5 incontri pensato per dare l’opportunità alle donne che hanno partorito col cesareo di fare un lavoro su questa esperienza.
Tramite il lavoro di condivisione nel gruppo, il lavoro corporeo e il lavoro di scrittura creativa cercheremo di darci la possibilità di iniziare ad elaborare un vissuto che altrimenti rimane inespresso.
Indicato per tutte le donne che hanno avuto un cesareo e sentono il bisogno di riaprire questa ferita per provare ad inserirla meglio nella propria vita.
Utile per le donne precesarizzate in generale, per quelle che hanno avuto un VBAC o HBAC e sopratutto per le donne precesarizzate in attesa di un bambino che vogliono partorire col parto naturale.
Il gruppo sarà di minimo 3 massimo 8 donne e sarà un gruppo chiuso.
Conducono:
Elena Colombo – esperta di teatro e movimento
Martina Evangelista – esperta di narrazioni
Polina Zlotnik – ostetrica
Info: lediecilunepisa@gmail.com
VIDEO: Rinascere
Rielaborazione dell’esperienza di parto cesareo.
Un percorso di gruppo.
di Polina Zlotnik
Claudia ha partorito qualche giorno fa. La sua bambina, Margherita, è nata dopo un travaglio velocissimo, nella camera da letto dei suoi genitori. Le ostetriche sono arrivate trafelate e non hanno dovuto fare niente se non assistere al miracolo della nascita.
Margherita è la terza figlia della coppia. Il suo fratello e la sua sorella sono nati con TC. Il primo con indicazione di atonia uterina. La seconda con un TC programmato alla 38 settimana per pregresso taglio cesareo.
Per questa sua terza gravidanza Claudia aveva deciso di intraprendere un percorso di consapevolezza; per non ritrovarsi di nuovo senza strumenti, per proteggere se stessa e la sua bambina, per non permettere agli altri di esercitare su di lei il loro potere e controllo ma sopratutto per non ritrovarsi a ripetere di nuovo un altro cesareo.
Aveva bisogno di imparare ad ascoltarsi, di ritrovare la fiducia in se stessa, nel suo essere donna, nel suo potere e competenza femminile del saper partorire. Aveva bisogno di sentire vicino persone che credevano in lei e di condividere il proprio percorso con altre donne.
Per questo ha seguito un corso di yoga in gravidanza, ha frequentato, insieme al suo compagno un corso preparto e dall’inizio della sua gravidanza si è fatta seguire da un’ostetrica scegliendo la continuità di assistenza.
Per questo ha disseminato la sua casa di foglietti pieni di affermazioni positive, cercando di convincere il suo inconscio che tutte le donne sanno partorire e tutti i bambini sanno nascere.
Verso il settimo mese di gravidanza Claudia ha partecipato al nostro percorso di cinque incontri di gruppo di rielaborazione dell’esperienza del cesareo, nel suo caso dei suoi due cesarei.
Era alle donne come Claudia che pensavamo quando abbiamo progettato e proposto questo percorso. La nostra idea era di offrire uno spazio e un tempo dove queste donne, attraverso un lavoro di condivisione nel gruppo di pari, di proposta di scrittura creativa e di lavoro sul corpo, iniziassero ad elaborare un vissuto che altrimenti sarebbe rimasto inespresso.
A sostenerle tre operatrici accomunate dalla consapevolezza di quanto un’esperienza come il parto cesareo possa essere traumatica per una donna, possa incidere negativamente sulla sua vita relazionale e la sua salute globale, essere fonte di sofferenza, insicurezza e sfiducia in se stessa; e altrettanto consapevoli di quanto sia importante offrire alle donne spazi di condivisione, di solidarietà e di contenimento, affinché, adeguatamente sostenute, possano attingere alle proprie risorse e a quelle del gruppo, per avviare un processo di guarigione ed elaborazione di esperienze traumatiche.
Le operatrici che hanno lavorato in questo percorso hanno storie personali, qualifiche e competenze molto differenti tra loro: c’era un’ostetrica, esperta di conduzione di gruppi, con lunga esperienza di assistenza a donne precesarizzate; una esperta di narrazioni e di scrittura creativa diventata madre da poco ed infine una attrice, esperta di teatro e movimento, madre di due figli di cui il primo nato con TC e il secondo, dopo un lungo percorso di lavoro su di sé, nato con un parto naturale, a casa.
Tutto questo all’interno della cornice dell’associazione Le Dieci Lune, un solido contenitore di relazioni, percorsi, progetti, formazione e scambi.
L’attenzione delle operatrici era focalizzata su due livelli:
In primis la formazione di un gruppo di pari, funzionante come entità a se stante, valido appoggio e sostegno ai singoli percorsi e con particolare attenzione alla tutela della sua integrità e della sua coesione.
In contemporanea un lavoro di sostegno ai singoli componenti del gruppo, in cui si andavano ad aprire vecchie e nuove ferite, antiche sofferenze, infiniti bisogni.
Abbiamo rivissuto l’accaduto, rimesso in scena le speranze, riscritto le storie.
Ci siamo arrabbiate, indignate, ci siamo travestite, abbiamo pianto, abbiamo riso.
Abbiamo buttato all’aria il vecchio e cercato di costruire un nuovo, salvando il salvabile e bruciando nel fuoco quello che non era opportuno conservare.
Per mettere in scena il suo parto, Claudia aveva scelto due di noi che le tenessero un telo sopra la testa a simulare una capanna, e chiesto a me, la sua ostetrica, di stare fuori dalla “capanna”, aspettando di essere da lei chiamata. Mi ha chiamato solo all’ultimo istante, come all’ultimo istante mi ha chiamato quando poi, nella realtà, ha messo al mondo la sua Margherita.
Abbiamo deciso di rivederci a distanza di tre mesi, dandoci il tempo per lasciare sedimentare l’accaduto. Sono molto curiosa di questo prossimo incontro. So che un percorso così breve ha i suoi limiti. So che non è così facile guarire. So che spesso la vita ti mette di fronte a nuove prove: la scorsa settimana una delle donne che ha partecipato al percorso ha dovuto ripetere il cesareo per sofferenza fetale.
Ognuna con la propria storia. Ognuna con la propria disponibilità a ricevere e a dare. Non so dove questo percorso le porterà, non so quanto sarà loro utile. Ma sono certa che anche se per poco, permetterà loro di fare almeno un passettino in avanti nel percorso di guarigione. E a noi con loro, nel nostro intento di guarire la nascita.