La comunità delle mamme

Scritto da admin il 17 apr, 2011 in Piccole impronte | 0 commenti

Che bello! Dopo tanta attesa ecco un ritardo del ciclo. Test di gravidanza: positivo. Ero al settimo cielo. Fino a che la notizia rimase in famiglia (sei settimane) tutto bene, anche fisica- mente tutto a posto: niente nausee, stanchezza sì ma una grande vitalità sprizzava dai miei pori. Quando la notizia si sparse, insieme alle felicita- zioni arrivarono anche i consigli: «l’acido folico l’hai preso? Le analisi le hai fatte? L’ecografia? Dal ginecologo sei andata? Cosa ha detto? L’amniocentesi?». Ogni volta mi sentivo a disagio. Ero molto inesperta, questo sì, come tutti coloro che si trovano ad affrontare per la prima volta un’esperienza. «Ma possibile che la gravidanza sia un’insieme di cose da fare? Di analisi da leggere? Non aspettavo un bambino? UN BAMBINO! Un essere umano sta crescendo dentro di me!». Il mio corpo sembrava sapere meglio di chiunque altro cosa fare e si adattava magnificamente alle nuove trasformazioni ma io ero terrorizzata. Avevo letto Leboyer nel suo libro Per una nascita senza violenza e volevo che mio figlio nascesse così. Mio marito era diventato un sostenitore convinto del parto in casa. Anch’io sentivo la stessa cosa ma scoprii che certi argomenti spaventano un gran numero di persone. Così mi spaventai anch’io. Contattammo quindi l’associazione “Le dieci lune” pensando proprio al parto a domicilio. Misi un po’ le mani avanti… non ero così sicura… Certamente mi meravigliai quando l’ostetrica mi propose di unirmi subito al gruppo del corso pre-parto.

A cinque mesi e mezzo? Cominciai un po’ controvoglia: mi sembrava ci fosse molto tempo davanti, prima del parto. Non so spiegare esattamente cosa sia successo ma dopo poche set- timane di frequenza, ogni volta non vedevo l’ora di rincontrare il mio gruppo per poter condividere le esperienze, le difficoltà, le gioie, le paure. Era dato molto spazio, all’interno delle tre ore, alla comunicazione fra mamme, e fra queste e l’ ostetrica. Tornavo la sera a casa molto più sollevata; scoprii che certe sensazioni, certe percezioni in gravidanza cambiano: non è solo il corpo che si trasforma.

Non conoscevo la figura dell’ostetrica: la competenza era straordinaria ma quello che mi colpì fu il veder affrontare tutto il “percorso nascita” (gravidanza, parto e allattamento) nella sua assoluta normalità. Per la prima volta qualcuno mi chiese come stava il mio bambino, non il contrario. Non sembrava solo un corso di preparazione al parto bensì un momento importante di relazione madre-bambino: imparai ad ascoltare il mio piccolo, il mio corpo, ho ripreso possesso della mia saggezza. E poi, vedere filmati, diapositive, leggere documenti, lavorare sul corpo e… coinvolgere i babbi: l’ultima ora era proprio dedicata a loro e alla coppia. Ascoltare il racconto dell’esperienza del parto di ragazze che fino a poco tempo prima erano con noi al corso, vederle con i loro neonati… era un’emozione forte guardarle mentre li accudivano, li allattavano pensando che di lì a poco sarebbe toccato anche a me. Avevo amiche e conoscenti con figli ma non le avevo mai frequentate così spesso e da vicino nei primi mesi dopo il parto; e poi non capitava abitualmente di vedere per la strada una donna che allattava. Al corso del “Le 10 Lune” osservai il coinvolgimento intenso che esiste fra una mamma e il suo bambino e constatai di come questo sia alla base di un buon inizio: ho così avuto un riferimento importante per dopo. Con le mamme del corso, poi, abbiamo sentito l’esigenza di informarci anche sul periodo successivo, quello dell’allattamento. Ascoltare il racconto di mamme che avevano partorito in situazioni molto diverse fra loro (in vari ospedali, con o senza l’assistenza dell’ostetrica, in casa… ) mi ha fornito indicazioni utili per la scelta del luogo del parto. Le mie paure…beh, quelle non sono sparite subito. Non sono riuscita ad abbandonarmi totalmente. Ho acquisito, però, in quei mesi, una consapevolezza diversa: avevo degli strumenti per affrontare le difficoltà. Così Gabriele è nato in casa. Con le mamme del mio gruppo si era creata un’intimità così speciale che, con molte di loro, sono rimasti rapporti di amicizia che adesso condividiamo con tutta la famiglia. Il corso pre-parto si è trasformato nel corso dopo-parto di sostegno all’allattamento. E’ stato un continuum che ha unito tutti i momenti del diventare genitore. Il confronto all’interno del gruppo è stato fondamentale per il mio/nostro divenire genitore/i, per l’assistenza fornita e soprattutto per il sentirsi esseri sociali inseriti in una comunità.

di Paola Chiellini

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