Signora, non spinga!

Scritto da admin il 17 apr, 2011 in Articolo scientifico, Piccole impronte | 173 commenti

Incitare la donna a spingere non accorcia in maniera significativa il periodo espulsivo. Le ultime evidenze scientifiche suggeriscono che incitare una donna a spingere attivamente in travaglio non incide, in maniera significativa, sulla durata del periodo espulsivo, però può causare problemi di salute.

I medici dell’Università del Texas hanno trovato che la spinta sponta- nea era in realtà collegata solo ad un lieve aumento della durata del travaglio.

A distanza di tempo, le donne che sono state incitate a spingere, hanno evidenziato un aumento di problemi alla vescica. Lo studio dell’American Journal of Obstetrics and Gynaecology ha controllato le donne a distanza di tre mesi dal parto; «Stiamo abbandonan- do la spinta attiva e ci stiamo orien- tando verso l’idea di lasciare le donne libere di agire spontaneamente, senza prescrizioni esterne» dice il Dr Maggie Blott, ginecologo. Una ricerca della University of Texas Southwestern Medical Center ha stu- diato 320 donne primipare, con gravidanza fisiologica che non hanno fat- to ricorso all’uso dell’analgesia epidu- rale durante il travaglio di parto. La ricerca si è focalizzata sulla durata del periodo espulsivo, dopo che la cervice uterina è completamente dila- tata e il bambino comincia a scendere nel canale da parto.

La metà delle donne del campione è stata invitata a spingere attivamente per 10 secondi durante ogni contra- zione mentre all’altra metà è stato suggerito di comportarsi come veniva loro spontaneo.

Nel gruppo della spinta attiva, la durata del periodo espulsivo era, in media, di 46 minuti; nel gruppo della spinta spontanea era invece di 59 minuti. Una differenza di tempo poco significativa.

Delle 320 donne dello studio, 128 sono tornate al controllo dopo tre mesi. È risultato che quelle che sono state incitate a spingere avevano una diminuita capacità di riempimento della vescica, così come una minore capacità di trattenere le urine.

I ricercatori hanno sottolineato che la funzionalità della vescica possono tornare normali col tempo, quindi il problema può non essere un disturbo permanente.

Lo studio è stato effettuato in seguito ad una ricerca che aveva evidenziato un aumento dei problemi al pavimen- to pelvico in quelle donne che erano state incitate a spingere durante il periodo espulsivo.

Il Dr. Steven Bloom, il ginecologo che ha condotto la ricerca, ha afferma- to:«Spesso la cosa migliore è lasciare che la paziente faccia ciò che sente più giusto per se stessa».

Il Prof. Kenneth Leveno, che ha col- laborato allo studio, ha affermato: «Non siamo ancora in grado di dire se i cambiamenti funzionali alla vescica possono avere conse- guenze a lungo termine o meno. Non vogliamo quindi allarmare le pazienti». La Dr.ssa Maggie Blott, ostetri- ca presso il Royal Victoria Infirmary di Newcastle, ha dichiarato al sito web di BBC News:«Molti pensano che incoraggiare le donne a spingere attivamente durante la fase espulsiva sia la cosa giusta da fare. Noi invece ci stiamo allontanando da questa mentalità per permettere alle donne di agire liberamente. Cerchiamo di rimanere passive durante questa seconda fase del tra- vaglio per permettere alla testa del bambino di scendere da sola prima di iniziare ad incoraggiare le donne a spingere. Infatti spingere troppo, e soprattutto troppo presto, spesso fa sì che la madre si stanchi, aumentando il rischio di parti operativi, come ad esempio con l’uso del forcipe. A seguito di questo atteggiamento anche il bambino si può stancare, con conseguenti rischi alla nascita».

La dottoressa ha inoltre affermato che spingere troppo presto potrebbe essere un fattore di aumentato rischio per successivi problemi legati alla vescica, ma ha anche aggiunto che sono molti gli aspetti della gravidanza e del travaglio che possono essere correlati a questo rischio.

L’articolo è stato tratto da BBC News pubblicato il 30/12/2005 su: http://news.bbc.co.uk
traduzione a cura di Francesca Mancini

 

 


 

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