La mia mamma mi ha sempre detto che fare i genitori è il mestiere più difficile, inoltre mi ha detto anche che da genitori si sbaglia sempre…..ho sempre accolto con un po’ di insofferenza questi interventi.Oggi che sono madre anch’io, a volte penso che aveva ragione, ma a volte invece no.
La mia prima figlia è nata quattro anni fa, il secondo ha fatto un anno a Marzo.
Diventare genitore mi ha stravolto la vita.
Quando si diventa genitori si apre un mondo di conoscenza, un settore culturale semisconosciuto fino a quel momento: ti senti responsabile, oltre che della tua, di un’altra esistenza, sei chiamato a prendere delle scelte su tutto, su cose fondamentali o futili.
Si comincia subito con le prime analisi pre-natali, per passare poi al luogo del parto, e alle prime cure del neonato, le prime ore dopo la nascita. Poi c’è la scelta del pediatra, l’allattamento, il pianto, i pannolini (quali, fino a quando), i vaccini, l’introduzione dei cibi solidi, come affrontare la
febbre, il sonno, l’inserimento al nido.
Tra le altre cose già prima di diventare mamma avevo fatto delle scelte ben precise riguardo al modo di prendermi cura della mia salute fisica e mentale: mi curo con la fitoterapia e con l’omeopatia, mangio quasi esclusivamente alimenti di agricoltura biologica, da quasi quindici anni non faccio uso di antibiotici, antinfiammatori, analgesici e pratico lo yoga.
Ma scegliere, in accordo con il proprio partner, come prendersi cura dei propri figli è molto più difficile che fare delle scelte per sè.
Inoltre prima per passione e ora per lavoro da quindici anni mi occupo di educazione.
Nel diventare madre, ho messo in discussione tutti i principi educativi che professavo fino a quel momento. Io ho trovato molto importante nella mia esperienza il confronto con altri genitori, amici e non: parlare, sfogarsi, incoraggiarsi, raccontarsi aneddoti…
Le tematiche della puericultura sono effettivamente tante, forse troppe: la maggior parte delle persone oggi arriva alla prima gravidanza intorno ai trent’anni, e per la prima
volta prende un neonato in braccio.
Non ne sa niente, non ha esempi, modelli vicini cui fare riferimento.
È tutto estremamente complesso, ambivalente, sfaccettato, ci sono pro e contro per ogni cosa, e se ti rivolgi a degli esperti spesso ti dicono tutto e il contrario di tutto!
No, ci sono cose che non si possono delegare, devi decidere proprio tu che sei la mamma!
Poi col passare degli anni ho capito che dire che non esistono regole per molti è diventato solo un modo di dire.
Invece è un concetto difficile da applicare ma molto importante, la regola è la tua.
La regola la crei tu, persona con la tua esperienza, con il tuo vissuto, con la tua cultura nell’incontro reale e autentico con il tuo partner e il figlio e i figli. E la regola vale solo per te, per voi in quella situazione.
Mi sembra a volte che si perda di vista in cosa consista poi alla fine questo ruolo, come se educare significasse applicare delle regole per trasmettere un modo di essere, una disciplina.
Si dimentica la relazione, la scoperta e la conoscenza reciproca tra te e questa nuova persona; una conoscenza che all’inizio avviene prevalentemente attraverso il contatto
fisico e che si fonda sull’ascolto e sull’empatia.
Secondo me il compito principale del genitore è instaurare un rapporto di fiducia: credere in te e in tuo figlio.
Infine per stare bene ho scoperto che la migliore cura è la risata, io con i miei figli rido tantissimo, a crepapelle!
Sin da quando erano entrambi molto piccoli (poche settimane) ho cominciato a giocare con loro: a guardarli negli occhi e fare le facce buffe, a rotolarmi, a fare cucù, a fare finta di mangiarli, di spaventarli, insomma a divertirmi.
Questa abitudine nutre la passione e alleggerisce di tutti i pesi e responsabilità.
di Marta Galluzzo
Pubblicato su Piccole Impronte giugno 2006